Vedi tutti

Cosa c'è di sbagliato in FaceApp

L'app è tornata alla ribalta con il nuovo filtro Gender Swap

Cosa c'è di sbagliato in FaceApp L'app è tornata alla ribalta con il nuovo filtro Gender Swap

UPDATE 17.06.20. Un anno dopo averci mostrato come saranno i nostri volti da vecchi, in questi giorni FaceApp è tornata alla ribalta: la nuova funzionalità dell'app è il filtro Gender Swap che permette di cambiare sesso e trasformare il viso femminile in maschile e viceversa. In brevissimo tempo su Instagram e Twitter è ri-esplosa la mania. Insieme alle foto, però, sono tornate a galla anche le polemiche: una controversia che aveva già accompagnato il successo dell'app nel 2019, al suo primo boom. 

Il successo di FaceApp aveva sollevato diverse domande sulla sicurezza e sulla privacy dei dati personali: servendosi di un'intelligenza artificiale, non era chiaro in che modo l'app archiviasse le fotografie degli utenti e soprattutto che tipo di utilizzo ne facesse. Per difendersi dalle accuse, la società aveva assicurato di non condividere i dati con terze parti e ora l'ha scritto direttamente nella sua policy sulla privacy: le foto saranno utilizzate soltanto per fornire agli utenti il servizio richiesto e saranno cancellate dal server dell'app entro 48 ore, con la possibilità per gli utenti di chiederne la cancellazione anche prima dei due giorni previsti.

I meccanismi che regolano la condivisione dei dati personali restano ancora sconosciuti ai più. Il ritorno di FaceApp, che sembrava giunta al suo capolinea, non poteva cadere in un momento più critico: in questi giorni infatti l'opinione pubblica è divisa sulla privacy dei dati personali in riferimento alle app sanitarie come Immuni, progettate dopo l'emergenza COVID-19. Il lato ironico? Le due app sono rispettivamente al primo e al secondo posto delle Top app gratuite sull'App Store.

------

L'ossessione contemporanea per l'aspetto esteriore, l'invecchiamento e la bellezza sempre essersi materializzata in un'unica app che ci permette di vedere come saremo tra 60 anni. In questi giorni infatti FaceApp ha invaso i feed di Instagram, Twitter e Facebook, presi d'assalto da selfie con protagonisti volti rugosi e segnati dal tempo. 

In realtà l'app era stata lanciata nel 2017 dalla Wireless Lab, società russa fondata da Yaroslav Goncharov, che qualche mese fa aveva scatenato un gran numero di polemiche per un altro filtro disponibile sull'applicazione, Hotness. Ora è un altro filtro di FaceApp ad essere diventato virale: selezionando il pacchetto Età e scegliendo il filtro Anziano vedrete il vostro volto automaticamente invecchiato di circa 60 anni, con tanto di rughe e macchie della pelle. I risultati sono piuttosto impressionanti e sembrano anche parecchio credibili, non sorprende quindi che l'app sia già stata scaricata oltre 700 mila volte e che abbia un rating medio vicino alle 5 stelle, un gradimento decisamente alto. A differenza di quanto si potrebbe pensare, FaceApp non utilizza semplici maschere che vengono applicate sull'immagine del nostro volto, ma ricorre a filtri elaborati grazie all'intelligenza artificiale, che crea una maschera invecchiata basata sulla fisionomia e sulla forma di ogni viso. 

Il successo dell'app è almeno in parte dovuto alla nostra paura di invecchiare: non vorremmo sapere tutti come saremo a 65 anni? Quante rughe avremo e come apparirà il nostro volto? E se davvero sarà quello il nostro aspetto fra 50 anni, siamo ancora in tempo per cambiarlo con prodotti ad hoc e creme per la pelle? Forse quest'ultimo è un passaggio troppo forzato, in fondo è solo un'app per divertirsi, ma questa riflessione non può essere sfuggita ai maggiori beauty brand del mondo, che vedendo quali sarebbero le parti del viso più soggette all'invecchiamento avrebbero un buon punto di partenza per sviluppare un prodotto mirato di sicuro successo.

La diffusione di questa app, però, non può non farci venire qualche domanda sulla sicurezza e sulla privacy dei nostri dati personali. FaceApp, infatti, non è mai stata chiara sull'utilizzo che fa delle immagini dei suoi utenti: al momento la società non è coinvolta in nessuno scandalo informatico relativo all'utilizzo dei dati personali, ma è molto probabile che ogni immagine che scattiamo con l'applicazione resti sul server della stessa, conservata in modo sicuro e potenzialmente disponibile per chi ne avesse bisogno. In pratica il divertimento di un minuto - lo scatto di un selfie - si trasforma in FaceApp nell'accumulo di centinai di migliaia di informazioni personali, che ancora non sa come utilizzare. 

Chiunque metta online l'immagine del proprio volto con tanto di nome e dati personali (come ad esempio chiunque con un profilo sui social o un sito Internet), è già altamente vulnerabile: il suo stesso volto potrebbe essere utilizzato per un futuro riconoscimento facciale. - Michael Bradley, avvocato. 

In particolare, FaceApp non è mai stata chiara nel caso in cui non solo si smettesse di utilizzare l'app (i nostri selfie rimarrebbero per sempre nel database di FaceApp), ma soprattutto nel caso in cui la compagnia che gestisce l'app fosse venduta ad un'altra società: i suoi dati - cioè i nostri - farebbero parte del pacchetto? 

Infine c'è un altro fattore da tenere a mente. Il riconoscimento facciale sta diventando progressivamente il metodo più sicuro per tenere protetti i nostri dati sensibili - basta pensare a come si sblocca lo schermo di un iPhone di ultima generazione. Ma non solo. In Cina, ad esempio, si stanno gradualmente diffondendo i pagamenti con il riconoscimento facciale, che potrebbero andare a sostituire sia quelli con carte di credito che con gli smartphone. Questa nuova realtà alla Black Mirror non può che accrescere ulteriomente le preoccupazioni in materia di sicurezza e a maggior ragione di privacy. Di conseguenza dovremmo fare molta più attenzione a come utilizziamo l'immagine del nostro viso: 

Le persone dovrebbero proteggere la propria immagine facciale esattamente come fanno con altri dati personali, ad esempio la data di nascita, il codice fiscale e l'IBAN bancario. - Jon Lawrence, ufficiale esecutivo di Electronic Frontiers. 

 

FaceApp non ha mai voluto rilasciare commenti sull'utilizzo delle immagini dei suoi utenti, ma avvocati ed esperti del settore consigliano di non usare l'app.